Narcisismo: quando si mischiano guardie e ladri

di Filippo Bellavia[1]
 
Torture, lesioni, estorsioni, spaccio di droga, viene da pensare: denunciamo tutto ai carabinieri! Ma invece sono carabinieri gli autori di questi reati. Da chi dovrebbe proteggerti dalla criminalità, dalle ingiustizie non puoi aspettarti ciò.
Viene da chiedersi: cosa porta un gruppo di persone, oltretutto rappresentanti della legge, di quella legge che doveva essere uguale per tutti, a mettere in atto comportamenti così gravi? Cosa ti porta a fare una foto come quella che vediamo, dove si mette in mostra tutto il potere che credono di avere e forse che hanno a tutti gli effetti? Cosa porta ad ostentare cotanta arroganza? “Guarda quanti soldi abbiamo! Guarda quanto ce ne fottiamo di come siamo riusciti ad ottenerli!” 
Credo da tempo, che la nostra società sia attraversata da un’ondata di narcisismo patologico che spazza via qualsiasi considerazione e valore degli altri. “Io ho il potere e faccio come c...o voglio”. Da almeno 20/25 anni, stiamo assistendo a cambiamenti culturali e valoriali della nostra società che stanno portando le persone ad esaltare sempre di più la propria soggettività a scapito di tutti gli altri.
Quanti selfie al giorno si fanno i nostri figli? Quante foto autocelebrative?  Quanto siamo capaci, noi, nel ruolo di genitori, di istruire i nostri figli ad avere una posizione critica nei confronti dei valori culturali dominanti la nostra società?

Il narcisista patologico, è invidioso, avido, richiede attenzione ed acclamazione da parte degli altri, non ha consapevolezza non è interessato alle reazioni degli altri, è arrogante e aggressivo, è “trasmittente” ma non “ricevente”.
 
Cosa si cerca con questa foto se non attenzione, acclamazione, appunto? Cosa trasmette se non arroganza, aggressività? La cosa più sconvolgente è che siano addetti delle forze dell’ordine, un po’ come quando si scopre che la maggior parte degli abusi avviene in famiglia da parte di padri, per lo più, a volte anche con la assente complicità delle madri.
 
Io penso che chi fa il mestiere di psicoanalista non può non sentirsi chiamato in causa perché è forse la sola disciplina che ha gli strumenti per offrire una lettura adeguata. Freud aveva ben chiaro che la psicoanalisi poteva e doveva avere una funzione di lettura analitica dei fenomeni sociali. “Totem e tabù” e il “Disagio della civiltà” ne sono l’esempio più evidente.
 
Il narcisista è destinato a fallire e prima o poi dovrà in qualche modo “pagare il conto” della sua patologia in termini di solitudine, di incapacità di stare con gli altri.
 
Nella nostra società sembra prevalere la mancanza di una specie di Super-Io collettivo, un Super-Io morale e sembra siano stati sostituiti con l'individualismo o il finto individualismo. Il risultato è che la nostra sembra essere una società popolata da soggetti che non accettano l’imperfezione, non sopportano il limite, non tollerano il disagio nella sua accezione più ampia; soggetti incapaci di tollerare le normali traversie del vivere quotidiano e tutto diventa eccezionale, straordinario e imprevisto.
Natalia Aspesi, in un suo articolo pubblicato sul quotidiano “La Repubblica “ del 2 luglio 2009 affermava: “è ormai normale che non ci sia più confine tra il reale e il virtuale, non fa più scandalo neppure la fine della separazione tra la verità e la menzogna, che anche se balorda, smentita, continuamente corretta, divora trionfalmente la verità, la sostituisce, diventa la verità vera”.  
 
Le personalità affette da narcisismo patologico, nelle condizioni in cui si trova la nostra società (disorientamento, tensione sociale e assenza dei grandi punti di riferimento) sembrano, paradossalmente, essere le meglio equipaggiate per assumere funzione di leadership. Kernberg in riferimento a studi sui grandi gruppi ancora sostiene: “C’è un che di spaventoso nel fatto che pazienti con tratti antisociali apparivano particolarmente capaci di porsi realisticamente in relazione agli altri nelle situazioni di grande gruppo”.
Le personalità affette da narcisismo patologico mettono sé stessi in primo piano, manipolano la realtà, sfruttano gli altri (i carabinieri che “sfruttano” gli spacciatori), allo stesso tempo hanno bisogno di essere esposti all’attenzione e all’ammirazione collettiva. Questo il senso di farsi fotografare con centinaia di banconote.
 
Umberto Galimberti, in una intervista al settimanale l’Espresso disse: "Berlusconi ha capito che la razionalità non è più essenziale. Gli antichi re, per farsi narrare i propri difetti, chiamavano il giullare. Lui interpreta il doppio ruolo di re e giullare, neutralizzando la satira”.
Esattamente così: in questo nostro contesto attuale guardie e ladri sono interpretati dalle stesse persone.
Ma se coincidono guardie e ladri allora si sono varcati i confini, i limiti e questo risponde proprio ad uno dei bisogni del narcisista: andare oltre il limite, verso l’indifferenziato, dove tutto è permesso.
 
Bibliografia:
 
N. Aspesi: “Noemi, Domenico e quell'amore finto costruito dal regista del "Grande Papi" La Repubblica 2 luglio 2009
S. Freud: “Totem e tabù” Opere Complete, Vol 7, 1912, Ed: Bollati Boringhieri
U. Galimberti: “Fa in Re e anche il Giullare”, Intervista settimanale L’Espresso 23 Luglio 2009
O. Kernberg: “Mondo interno, realtà esterna”1980, Ed: Bollati Boringhieri
 
 
 
 


[1]Psicologo Psicoterapeuta, socio fondatore Istituto Psicoanalitico Forbas

IstitutoForbasForbas
    • Sede

      Corso Sebastopoli 286
      Torino 10136
      Bus: linee 17, 17/, 55 e 62

      Seguici

    • Contattaci